Mercoledì 10 maggio 2023, h 17.00
Su strada, Piazza Carignano (in caso di maltempo, sotto i portici di Piazza Carlo Alberto), Torino, partecipazione libera con possibilità di donazioni a sostegno dell’attività di “Mamme in piazza per la libertà di dissenso” | Prosa solidale su strada
“VINCENZO CIAFFI e il Teatro dei Cento: cosa deve Torino a quell’esperienza? – strad-rama”
ricerche e drammaturgia di Claudio Panella e Marco Gobetti | con Marco Gobetti
“Vincenzo Ciaffi e il Teatro dei Cento: cosa deve Torino a quell’esperienza? – strad-rama” è la prima sessione di drammaturgia pubblica per la creazione di una nuova lezione recitata. Vincenzo Ciaffi fu un insigne latinista e chiunque abbia fatto studi classici ricorda i suoi saggi, le traduzioni e le prefazioni a svariate edizioni di opere latine, oltre che le antologie dedicate alle scuole superiori. Antifascista sin dal 1929, aveva aderito al gruppo clandestino di Giustizia e Libertà; ma fu anche un uomo di teatro geniale, di rara cultura e di profonda sensibilità. La sua sperimentazione teatrale a Torino con il “Teatro dei Cento”, a metà del secolo scorso, conferma la tesi – cara a Giovanni Moretti – secondo cui nella storia del teatro sono spesso i dilettanti a portare rinnovamento e rivoluzioni. Il debutto del Woyzeck con la regia di Ciaffi al Teatro Gobetti di Torino, l’8 gennaio 1946, segna appunto l’inizio di un’esperienza rivoluzionaria. Dopo Büchner, quella stessa compagnia, il “Teatro sperimentale dell’Unione culturale”, mette in scena ancora al Teatro Gobetti Nozze di sangue di Garcia Lorca. Quindi agisce nei locali dell’Unione culturale presieduta da Franco Antonicelli, presentando nel 1948 una versione de Il malinteso di Camus; e nella stagione 1949-1950 muta il suo nome in Teatro dei Cento e debutta, ancora nei locali di Palazzo Carignano, con altri tre spettacoli: Antigone di Sofocle (nella traduzione di Camillo Sbarbaro), Mirra di Alfieri e Ricciarda di Foscolo. Le scene del Woyzeck erano disegnate da Francesco Menzio e realizzate da Carol Rama; negli spettacoli successivi firmeranno le scenografie anche Felice Casorati ed Enrico Paulucci.
Proprio Giovanni Moretti – elaborando un giudizio di Gian Renzo Morteo – considerava quella del Teatro dei Cento come esperienza fondamentale, senza la quale non si sarebbe giunti alla nascita del Piccolo Teatro della Città di Torino (così si chiamava il Teatro Stabile in origine), alla sperimentazione torinese dello Stabile come servizio pubblico, al decentramento e così via… Vincenzo Ciaffi, dieci anni prima della nascita del TST (che nel suo Statuto recava un richiamo ai valori della Resistenza) e vent’anni prima di quel decentramento, aveva radunato un gruppo di attori dilettanti (disposti dunque a cercare “un modo nuovo” di fare teatro) e li aveva messi di fronte a un testo mai rappresentato prima che evocasse una vicenda significativa per un pubblico da cercare e da conquistare, in un momento preciso della storia nazionale: un momento in cui la ritrovata libertà dopo decenni di dittatura si accompagnava a un vuoto culturale spaventoso, che il teatro poteva contribuire a colmare. Perché questo potesse accadere – e Ciaffi l’aveva capito – bisognava appunto inventare un nuovo teatro.
Lo stagno di Goethe
Unione culturale Franco Antonicelli
nell’ambito dell’azione “Teatrosustrada.2023”, con il sostegno di Regione Piemonte
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Lo strad-rama inizia con la presenza di almeno uno spettatore; con il pubblico di volta in volta l’attore scende a patti, concordando la durata dell’incontro; anche in base alla reciproca disposizione d’animo e alle condizioni meteorologiche.
L’azione su strada avviene in forza del DPR. del 28 maggio 2001 n. 311, che all’articolo 6 abrogò i commi primo e secondo dell’art.121 del TULPS (in base ai quali dovevano essere effettuate le richieste di iscrizione al Registro dei Mestieri Girovaghi e le richieste di permesso per le esibizioni); per quanto riguarda il Piemonte, si realizza in base alla Legge regionale 1° agosto 2018 n. 11 art. 32 e alle integrazioni normative adottate dai Comuni nello spirito della legge stessa.