Venerdì 29 luglio 2022, h 10.40
Via Roma, Dronero (CN)
Partecipazione gratuita, con offerte libere
Nell’ambito dell’iniziativa “Atti di guerriglia culturale minima” a cura del gruppo L’isola che c’è.
Un carnevale per Sole e Baleno – strad-rama
di e con Marco Gobetti | e con lettori e lettrici volontarie
“Un carnevale per Sole e Baleno” di Marco Gobetti (Edizioni SEB27, 2015) è un copione teatrale che evoca le figure di Maria Soledad Rosas (Sole) e Edoardo Massari (Baleno).
Nel 1998 tre giovani anarchici torinesi occupanti di case sfitte, Silvano Pellissero, Maria Soledad Rosas detta Sole e Edoardo Massari detto Baleno, vengono arrestati per “attentati contro il TAV”: l’accusa, pesantissima, è di associazione eversiva con finalità di terrorismo. Silvano Pellissero sarà totalmente prosciolto da quell’accusa nel 2001. Sole e Baleno non potranno esserlo, perché morti – entrambi “suicidi”, lui in carcere e lei in una comunità dove scontava la misura cautelare – a pochi mesi di distanza una dall’altro, durante la campagna di criminalizzazione che con l’arresto colpì loro e l’intera area delle case occupate e dei centri sociali.
In “Un carnevale per Sole e Baleno”, Sole e Baleno si sono mascherati per andare insieme a una sfilata di Carnevale: lei è un grillo, lui un maiale. Ma non andranno alla sfilata, rimarranno in casa, perché del tempo deve passare. C’è un tempo per tutto e loro quel tempo lo faranno passare raccontandosi i segreti, l’amore, il carro finto, la curiosità, la grammatica, i sogni, persino il carro vero… Perché Sole e Baleno scelgono di parlarsi in maschera, cercando il tempo utile a un racconto che superi presente, passato e futuro? Quale racconto passa, fra la loro morte e la lotta dei valligiani contro il TAV? Quale racconto lega la loro morte a ciascuno di noi e a una nostra libertà possibile? E la loro piccola storia privata alla grande storia universale?
“Un carnevale per Sole e Baleno” è un’onirica pièce teatrale che, evitando scrupolosamente di dare risposte, offre strumenti e scatena in ciascuno l’urgenza di cercarle. Occorre che ognuno trovi la sua, pare recitare l’epilogo: anche «voi / giusti / che / leccate / dietro un vetro / voi poeti nati stanchi / senza rischi voi / che tutti quanti / voi il rischio no». Fra gli strumenti offerti, non manca una rivelazione finale.
L’autore testa pubblicamente la sua drammaturgia (strad-rama) e, per farlo, accetta l’aiuto di lettori e lettrici estemporanee, attrici/attori o no che siano, per un utile confronto rigenerante: in assenza di volontari/e fra il pubblico, interpreta da solo tutto il testo.