TUTTO RIGUARDA TUTTI
Tre incontri con spettacolo e ragionamento pubblico presso lo Spazio Relazioni del Rondò dei Talenti
Via Luigi Gallo, 1, Cuneo
Ingresso gratuito con prenotazione: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-tutto-riguarda-tutti-645227822787
Nell’ambito del bando “Educare in Terrazza” promosso da Fondazione CRC
“Lo stagno di Goethe – ets” (nata nel 2007 come “Compagnia Marco Gobetti”), nel secondo decennio del secolo ha sviluppato un’opera tesa a trovare nuove modalità per il racconto orale della storia e delle scienze, che ha dato vita a progetti quali “Lezioni recitate” e “Raccontare la Repubblica” (comprensivo di un laboratorio storico-teatrale di creazione pubblica per cittadini); sulla scia di questa sperimentazione sono via via nati altri spettacoli; fra tutti “Carlo, Ettore, Maria e la Repubblica – Storia d’Italia dal 1945 a oggi”, “TEMPESTA 1944-45: Nino racconta la Resistenza di Mario Costa”, “Gaddus alla Guerra Grande”, e “José Domingo Molas: non vivevo sulla luna”. Proprio quest’ultimo monologo, “José Domingo Molas: non vivevo sulla luna” (storia di un sacerdote eccezionale, esempio di solidarietà consapevole), insieme a due lezioni recitate – “Vittorio Foa: pensare il mondo con curiosità” (il racconto di una vita che si fa invito a fare uso di una memoria attiva, necessaria per capire il presente e costruire il futuro) e “ARMARE IL CONFINE – Chiudere le frontiere, aprirsi al conflitto” (un vero e proprio “manuale” contro l’omologazione) vanno a costituire il ciclo “TUTTO RIGUARDA TUTTI“; una trilogia di incontri, ciascuno composto da uno spettacolo cui segue un ragionamento pubblico, coordinato dagli stessi attori/attrici (spesso anche autori/autrici): Diego Coscia, Marco Gobetti, Anna Delfina Arcostanzo; scopo ultimo, contribuire – anche grazie al carattere intrinsecamente pedagogico dell’atto teatrale – a forgiare una cittadinanza matura e consapevole, capace di scambiare sapere e di avere uno sguardo largo sul mondo. Temi affrontati: la trasmissione della conoscenza, la solidarietà e la lotta contro l’omologazione.
In questo senso gli incontri sono dedicati, in particolare, alla fascia intergenerazionale che per vicinanza-connessione (giovani adulti) e/o per azione diretta (adulti: genitori, insegnanti) incide sulle dinamiche utili a forgiare quella cittadinanza; non è però esclusa – è anzi auspicabile, per generare fermenti utili – la partecipazione delle/i ragazze/i dai 16 anni di età, protagonisti dell’obbiettivo da raggiungere.
Calendario
Mercoledì 14 giugno 2023 20.45-22.30
Vittorio Foa, pensare il mondo con curiosità – lezione recitata (testo di Leonardo Casalino) e ragionamento pubblico sul tema della trasmissione della conoscenza, con Diego Coscia | TUTTO RIGUARDA TUTTI, primo incontro
Mercoledì 28 giugno 2023 20.45-22.30
José Domingo Molas, non vivevo sulla luna – monologo e ragionamento pubblico sul tema della solidarietà, con Marco Gobetti | TUTTO RIGUARDA TUTTI, secondo incontro
mercoledì 12 luglio 2023 20.45-22.30
ARMARE IL CONFINE – Chiudere le frontiere, aprirsi al conflitto: retorica e propaganda dalle trincee ai tempi di Frontex – lezione recitata e ragionamento pubblico sul tema della lotta all’omologazione, con Anna Delfina Arcostanzo | TUTTO RIGUARDA TUTTI, terzo incontro
BASI
La bolla spazio-temporale in cui siamo stati costretti dalle pur necessarie misure di contenimento della pandemia, ha pesato in modo non indifferente sulla capacità e sul desiderio di pensare da parte dell’intera cittadinanza. Pare, a volte, che venga a mancare la coscienza di quanto “pensare” non sia un atto di ulteriore immobilismo, ma – in quanto motore imprescindibile delle azioni – possa essere invece un vigoroso moto vitale, teso a riflettere lucidamente sul presente per potere costruire un futuro migliore per tutti. Il bisogno di pensare ne include infiniti altri, se il pensiero è inteso a quel modo: tutti questi bisogni concorrono a uno scopo, riassumibile in una eterogenea e preziosa felicità consapevole, frutto di coscienza critica e di lucide libertà cercate. Due obbiettivi, dunque: pensiero consapevole e felicità. L’attività di questo progetto, nella sua composizione armonicamente eterogenea (ragionamenti pubblici con vocazione laboratoriale e spettacoli) mira a suscitare moti empatici potenti, innervati a forza evocativa e didattica illuminata. Si tenta insomma di costruire un artigianato dell’incontro, tramite un’“alleanza mobile” e cooperante tra artisti, studiosi e cittadinanza.
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PRIMO INCONTRO: VITTORIO FOA: pensare il mondo con curiosità
Il ragionamento pubblico, dopo lo spettacolo, verterà sul tema della trasmissione della conoscenza.
Conduce l’incontro: Diego Coscia
La lezione recitata “Vittorio Foa: pensare il mondo con curiosità” è stata scritta da Leonardo Casalino ed è recitata da Diego Coscia; prodotta nel 2018 da Lo stagno di Goethe in collaborazione con Istituto di studi storici Gaetano Salvemini e Associazione Turismo in Langa
Vittorio Foa (1910-2008) è stato un protagonista della storia del Novecento. La lezione ricostruisce le fasi più importanti della sua vita: la formazione a Torino, la cospirazione in GL, la lunga carcerazione, la partecipazione alla Resistenza e alla Costituente, l’attività come sindacalista e come uomo politico, sino all’intensa attività di scrittura degli ultimi vent’anni.
Filo conduttore della lezione sono proprio i suoi testi e le sue azioni; punto di arrivo e di partenza i suoi inviti a pensare tenendo conto delle differenze, a trasformare gli ostacoli in opportunità, a “conoscere le cose” ma anche “il modo di raccontarle”: a porsi il problema della trasmissione della conoscenza.
La proposta di una memoria attiva, necessaria per capire il presente e costruire il futuro.
(Il testo della lezione è pubblicato nel volume LEZIONI RECITABILI – Vittorio Foa, Leone Ginzburg, Emilio Lussu,Giaime e Luigi Pintor, Camilla Ravera,Umberto Terracini: ritratti da dirsi – di Leonardo Casalino Edizioni SEB27
L’ATTORE | Diego Coscia, nato ad Alba (CN) nel 1987, è un attore diplomato all’Accademia “Nico Pepe” di Udine nel 2013, e ha seguito fino al 2019 il corso triennale Pedagogia Teatrale Itinerante con Giuliano Bonanni. Ha lavorato in Florida, come attore in diverse produzioni in lingua inglese tra cui “The Zoo Story” di E. Albee e “The Elephant Man” di B. Pomerance. Ha lavorato su Mistero Buffo di Dario Fo, portandone le repliche anche in Giappone. Ha interpretato diversi ruoli in tragedie di V. Alfieri con regia di M. Viecca. Nell’ambito della narrazione ha creato diverse “cene letterarie” e “lezioni-spettacolo” su Prima Guerra Mondiale, cibo e goliardia, con repliche anche in Belgio e negli USA; su questi temi nel 2018 ha scritto e interpretato una mini-serie in sei puntate per Radio Rai Sardegna; ha scritto e interpreta il monologo “Torino Senza Tregua – partigiani gappisti vs fascisti repubblicani” nato durante una residenza presso il Teatro delle Condizioni Avverse con la supervisione di Marco Baliani; per Lo Stagno di Goethe interpreta diverse “Lezioni Recitate” (incentrate su Vittorio Foa, Franco Antonicelli e i fatti di Genova 2001) e lo spettacolo su strada in italiano e piemontese “Di come precipita il doppio di un migrante”. Con l’Associazione Culturale STAR, dal 2020 realizza spettacoli, anche di teatro ragazzi, come “La Fiaba Reale”. Dal 2021 fa parte della compagnia Teatro & Società con la direzione di Claudio Montagna, tiene laboratori presso la Casa Circondariale di Torino, e lavora agli spettacoli conclusivi “Sette Lettere più una” e “Trolley”.
L’AUTORE | LEONARDO CASALINO insegna Storia e Civilisation italiana all’Università Grenoble Alpes. Si occupa della storia sociale delle idee nel XX e XXI secolo. Collabora regolarmente con il blog giornalistico “Strisciarossa” scrivendo di politica e società francese e recensendo libri di storia.
Le sue pubblicazioni riguardano principalmente la storia dell’antifascismo, le relazioni tra storia e letteratura (Sciascia, il caso Moro) e più in generale la storia della Repubblica italiana. Dal 2011 collabora con Marco Gobetti nell’ideazione e scrittura di testi e spettacoli e – più in generale – a una riflessione critica sul rapporto tra storia e teatro.
Si è laureato e ha conseguito un Dottorato in Storia Contemporanea all’Università di Torino. Ha pubblicato “Influire in un mondo ostile. Biografia politica di Franco Venturi”, Aosta, Stylos, 2006; con A. Giacone, “Manuale di storia politica dell‟Italia repubblicana (dal 1946 ad oggi)”, Parigi, Chemin de tr@verse, 2011; con B. Aiosa-Poirier, “Les années quatrevingt et le cas italien”, Grenoble, Ellug, 2012; “Lezioni recitabili. Vittorio Foa, Leone Ginzburg, Emilio Lussu, Giaime e Luigi Pintor, Camilla Ravera, Umberto Terracini: ritratti da dirsi”, a cura di G. Cavaglià e M. Gobetti, Torino, SEB 27, 2012; “Scomporre la realtà – Lo sguardo inquieto di Leonardo Sciascia sull‟Italia degli anni Settanta e Ottanta”, edizioni Tracce, Pescara, 2013; con Marco Gobetti “Raccontare la Repubblica – Storia italiana dal 1945 a oggi: sette testi da interpretare a voce”, Torino, SEB 27, 2014; con Ugo Perolino, “L’autonomia responsabile”, edizioni Tracce, Pescara, 2014; con Ugo Perolino e Altri, “Il caso Moro Memorie e narrazioni”, Pescara, Transeuropa Edizioni, 2016. Con Marco Gobetti è autore dei testi teatrali “Carlo, Ettore, Maria e la Repubblica – Storia d’Italia dal 1945 a oggi” e “Gaddus alla guerra Grande – monologo per un attore e un mimo”.
SECONDO INCONTRO: JOSÉ DOMINGO MOLAS, NON VIVEVO SULLA LUNA
Il ragionamento pubblico, dopo lo spettacolo, verterà sul tema della solidarietà.
Conduce l’incontro: Marco Gobetti
Monologo di e con Marco Gobetti liberamente ispirato al saggio “José Molas, salesiano” di Dario Rei e al diario “Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo” di José Domingo Molas; e sulla base di studi e ricerche a cura di ISRAT, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti.
Con il contributo delle testimonianze orali di: Graciela Jourdan Alvariza, Romano Candelo, Maria Capello, Don Egidio Deiana, Giuseppe Febbraro, Giuseppe Marchese, Francesco Nicola, Fiorenzo Occhiena, Giovanni Ortolano, Aldo A. Settia, Sante Simioni, Angelo Stante, Silvana Visconti.
Lo spettacolo, prodotto nel 2020 (con le prime sessioni di drammaturgia pubblica – strad-rama – nel progetto “teatrosustrada.2020) e nel 2021 nell’ambito del progetto “RIPRENDO LA STORIA – José Domingo Molas, le guerre e la Resistenza nell’Astigiano”, è realizzato da Lo stagno di Goethe – ETS con il sostegno e la collaborazione di ISRAT (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti) e Fondazione Enrico Eandi e con il sostegno di Fondazione CRT e Regione Piemonte; gode del Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica del Paraguay in Italia, del Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, del Comune di Castelnuovo Don Bosco e del Comune di Albugnano; e si avvale della cooperazione di Unione Culturale Franco Antonicelli, Istituto Salesiano Bernardi Semeria – Colle Don Bosco, Associazione InCollina, Associazione la Cabalesta.
Una inedita storia di Resistenza, che spazia dal Monferrato sino a Torino e alle Langhe: un sacerdote paraguayano in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Dotato di coraggio, intelligenza e sensibilità non comuni, José Domingo Molas nasconde soldati alleati, soccorre i feriti sfidando gli attacchi aerei, organizza scambi di prigionieri fra le bande partigiane e le truppe nazi-fasciste e si guadagna la riconoscenza di interi paesi, che salva puntualmente dalle rappresaglie tedesche.
“Dalla guerra del Chaco alla Resistenza in Italia, passando per una missione religiosa in Thailandia”: così si può riassumere la parte centrale della vita di José Domingo Molas; e proprio il periodo che trascorse in Italia, durante la Seconda guerra mondiale, lo vide compiere azioni fuori dal comune.
La figura di José Domingo Molas, dotato di spiritualità, intelligenza e sensibilità rare, spinge a leggere le vicende del passato con uno “sguardo largo”, che suscita pensieri autonomi e responsabili su tematiche quali la pace, la guerra, la solidarietà, la resistenza. Originario di San Estanislao in Paraguay, José Domingo Molas studia al collegio salesiano di Montevideo e poi all’Istituto teologico internazionale della Crocetta di Torino, città dove si laurea e viene ordinato sacerdote; tornato in patria, è cappellano militare durante la sanguinosa Guerra del Chaco, combattuta fra Paraguay e Bolivia dal 1932 al 1935. Nel 1936 va missionario in Thailandia. Dal 1938 è ancora in Italia, come rettore del Santuario dedicato a Maria Ausiliatrice, in frazione Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco) in Piemonte. Parla correntemente cinque lingue, ha una cultura sconfinata ed è un profondo conoscitore dell’animo umano; come già era avvenuto nel Chaco, anche in Italia da prova di coraggio, generosità e solidarietà straordinarie: a partire dall’8 settembre del 1943 nasconde soldati alleati, porta a termine scambi di prigionieri fra le bande partigiane e le truppe nazi-fasciste, soccorre i feriti e sfida gli attacchi aerei al volante di un’auto presto inconfondibile. Abile diplomatico, si guadagna la riconoscenza di interi paesi, che salva puntualmente dalle rappresaglie tedesche. Dopo una sosta a Roma, tornerà in Sud America nel 1951, dove sarà accolto con ogni onore quale “eroe del Chaco”.
Un’ora e un quarto di monologo serrato, su una drammaturgia che intreccia testimonianze orali a fonti scritte e inserti immaginifici.
Spunti di riflessione:
Non illudiamoci di credere che un libro due tre possono scongiurare una guerra che arriva: disgraziatamente la sorte dei popoli non si risolve mai nelle università o nelle scuole nei templi e nessuno di quei recinti dove gli uomini potrebbero sentirsi più fratelli. La loro sorte si giocherà sempre ai dadi sul tappeto nero e freddo degli interessi meschinamente economici. dove le nazioni e i popoli figurano appena come fattori di un calcolo.
– E se lei laggiù al fronte si ritrovasse davanti un prete boliviano, che farebbe?
– Lo stesso che farebbe lei, amico, se si ritrovasse davanti un Tenente di Sanità boliviano: assistere i feriti, riempire una borraccia d’acqua, portare una barella.
– E non combatterebbe, lei?
– Questo già dipenderebbe dalle circostanze. Molti credono che i sacerdoti vivano nel mondo della luna mentre in realtà vivono tra gli uomini.
– Ma, e quello che lei predica?
– Un sacerdote cosciente del suo ministero, a mio modo di vedere, deve predicare sempre la pace. Per lo meno io non la concepisco in altra forma. Ma di fronte alla realtà dei fatti – che non sempre sono conseguenze delle dottrine – il suo unico dovere è la carità. La guerra non è solo un esercito che lotta, ma anche un esercito che soffre e che muore, con tutte le conseguenze che il dolore e la morte lasciano nella vita. Un’emorragia di sangue, lei lo sa, a volte si può contenere con un bendaggio, però c’è un’emorragia più profonda che richiede bendaggi più sottili… Una guerra si vince assistendo quelli che lottano e quelli che soffrono; quelli che cadono nei campi della morte e quelli che restano nei campi della vita con i loro morti al seguito. Una guerra si vince…
– Ma lei è guerrafondaio?
– Mai! Sono paraguayano. È l’unico titolo che ho qui – e mi basta – per stare con lei nel Chaco.
Costituiremo il patto dei bambini, dei lavoratori, dei combattenti, delle madri, di tutti quelli che hanno lottato, di tutti quelli che hanno sofferto e rifiuteremo ogni altro patto.
La pace è un inestimabile dono divino che si impara ad apprezzare solo in guerra.
Queste pagine vogliono essere un’affermazione.
Una sola affermazione!
Non sono né un grido di debolezza, né un’isterica invettiva di delusione.
Nemmeno un clamore di pace.
Bensì la dimostrazione di una verità schiacciante.
E il ripudio più assoluto del ricorso alle armi nella vita dei popoli.
(José Domingo Molas in Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo)
ATTORE e AUTORE | MARCO GOBETTI – Drammaturgo, attore e regista attivo dagli anni ‘90, coniuga da sempre l’attività di prosa nei teatri a quella su strada. A partire dal 2000 inventa il Teatro Stabile di Strada – il primo di una serie di progetti con cui tenta di contaminare il sistema teatrale – e fonda la Compagnia Marco Gobetti.
Nel 2016 e nel 2017 è diretto da Leo Muscato in “Come vi piace” di W. Shakespeare e “Il nome della rosa” da U. Eco, produzioni del Teatro Stabile di Torino. Nel 2019 debutta a Grenoble con “130 repliche de Il nome della rosa – Teatro di riciclo®”.
Fra i suoi testi e spettacoli: “Amore assalì il bestiame”, “Il pasto”, “Voglio un pappagallo – Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo”, “In-Ec-Cesso – Una bomba per cintura”, “La memoria non è mai cimitero – I meccanismi della Shoah nella storia dell’uomo”, “Cristo muore in fabbrica: è solo un altro incidente”, “L’anciové sota sal”, “Bestiame etimologico”, “1863-1992 | Di Giovanni in oltre – Storia d’Italia e di persone da Giovanni Corrao a Giovanni Falcone”, “La tragedia della libertà”, “Un carnevale per Sole e Baleno” (premio NdN 2014), “Gli epigoni”; “Lo stagno”, “Raccontare la Repubblica – Storia italiana dal 1945 a oggi: sette testi da interpretare a voce”, “Tempesta 1944-45 – Nino racconta la Resistenza di Mario Costa”, “Gaddus alla guerra Grande – monologo per un attore e un mimo”, “Carlo, Ettore, Maria e la repubblica, storia di Italia dal 1945 a oggi”.
Fra i progetti: “Lezioni recitate”, “I Santi sulla strada”, “Dove sono nato non lo so – Una settimana di lettura accampata tra i filari in occasione del centesimo anniversario della nascita di Cesare Pavese”, “La vera storia di Hilario Halubras”, “Metamorfosi su strada – Lugano, 3 settembre 2011”, “Il comico e la vita – Da un saggio del filosofo Carlo Sini nasce una creazione pubblica”, “Il pensiero politico: letture integrali in vetrina”, “Verranno giorni che non basterà guardare”, “Azionate Empatie Urbane®”, “Dal Monferrato al mondo passando per l’Etiopia”. Fra i progetti più recenti, “Riprendo la storia”, “Festa dell’umanità”, “teatrosustrada”, “strad-rama” e “Teatro di riciclo®”.
Oltre che in teatro con Leo Muscato (“Terra dei miracoli”, “Io e Matteo”, “Romeo & Giulietta – Nati sotto contraria stella”, “Come vi piace” e “Il nome della Rosa”), ha lavorato, fra tutti, nel cinema con Giuliano Montaldo (I demoni di San Pietroburgo) e in radio con Sergio Ferrentino e Alberto Gozzi.
TERZO INCONTRO: ARMARE IL CONFINE – Chiudere le frontiere, aprirsi al conflitto: retorica e propaganda dalle trincee ai tempi di Frontex
Il ragionamento pubblico, dopo lo spettacolo, verterà sul tema della lotta contro l’omologazione
Conduce l’incontro: Anna Delfina Arcostanzo
SINOSSI della lezione recitata ARMARE IL CONFINE – Chiudere le frontiere, aprirsi al conflitto: retorica e propaganda dalle trincee ai tempi di Frontex:
Manuale per istituire un fronte, disponendo di una frontiera
Occorrente: 1 frontiera, 1 Qualcuno e 1 Altro.
Precondizioni: paura, (in)sicurezza.
Chiudere le frontiere
Chiudere per stare al sicuro
Chiudere e stare al sicuro
(Chiudere è stare al sicuro?)
Frontiere.
Sfondate con una spallata, perché non erano state chiuse abbastanza forte.
Disegnate dritte su una mappa, per farsi padroni della terra e di chi ci vive.
Spuntate nuove come funghi, a raccontare, meglio di qualsiasi epopea, chi sono i protagonisti del nostro mondo, su quali miti edificano le loro conquiste e a quali dèi sacrificano le loro vittime.
Ne abbiamo conosciute.
Frontiere che hanno riempito di check point le terre sacre degli uomini.
Frontiere istituite da predoni per recintare i padroni di casa.
E frontiere che hanno risolto con un muro i flussi delle alternative.
Fatte per essere chiuse e per potercisi chiudere,
armate per stare al sicuro,
e spinate per pungere gli occhi di chi deve passare.
Eppure, a volte, ci sono cose che vanno tenute ben aperte, se si vuole stare al sicuro, come gli occhi, come certe frontiere.
Perché è attraverso di loro che scorre il flusso delle alternative, che garantisce la sopravvivenza dell’umano.
E tu? Hai abbastanza paura per chiuderti dentro una frontiera come un topo spaventato?
Per trasformarla in un fronte, nel tuo personale fronte di guerra?
Il testo della lezione recitata ARMARE IL CONFINE – Chiudere le frontiere, aprirsi al conflitto: retorica e propaganda dalle trincee ai tempi di Frontex è pubblicato nel volume Conflitti, lavoro e migrazioni – Quattro “Lezioni recitate”
Un approfondimento sui legami fra la lezione recitata ARMARE IL CONFINE – Chiudere le frontiere, aprirsi al conflitto: retorica e propaganda dalle trincee ai tempi di Frontex e tematiche e ricorrenze è scaricabile a questo indirizzo
AUTRICE e ATTRICE | ANNA DELFINA ARCOSTANZO
Antropologa di formazione, promuove la diffusione di un approccio riflessivo nell’analisi della contemporaneità, attraverso il concetto di “geopolitica riflessiva”. Sul tema, ha pubblicato Noi, gli Occidentali. Spunti per una geopolitica riflessiva, nello specchio della Françafrique (SintesiDialettica.it, 2014). La sua ricerca verte sulle produzioni retoriche nei contesti (post)globali. È traduttrice per Einaudi e lavora per il teatro come attrice, formatrice e drammaturga, tanto in ambito sociale – con scuole, comunità, istituzioni – quanto in quello della produzione artistica tout court.