L’anciuvé suta prucess – Laboratorio di creazione pubblica
Sabato 30 luglio 2022 dalle ore 14.30 alle ore 18.30 – con possibilità di estensione alla domenica mattina – a Macra (CN), presso lo sportello dell’Ecomuseo dell’Alta Valle Maira, in piazza Marconi (piazza del Municipio). Partecipazione gratuita.
Nell’ambito della rassegna Ecomusei Palcoscenico Naturale un progetto promosso dalla Regione Piemonte, Abbonamento Musei e Fondazione Piemonte dal Vivo.
L’evento sul sito dell’Ecomuseo dell’Alta Valle Maira
Il laboratorio prevede la partecipazione di giovani e adulte/i senza esperienze teatrali e/o attrici e attori (professionisti e/o dilettanti, per un utile confronto rigenerante) in un numero massimo di 20 partecipanti.
Il laboratorio, condotto da Marco Gobetti, può essere realizzato in forma concentrata e/o di stage; la versione di un giorno è soprattutto conoscitiva e propedeutica a eventuali fasi di lavoro successive; oltre che tesa a fornire un sapere utile per conseguenti approfondimenti personali.
Nelle sessioni di drammaturgia de “L’ANCIUVÉ SUTA PRUCESS – laboratorio di creazione pubblica” le/i partecipanti sono guidati al confronto e alla ricerca degli stimoli, di carattere storico e immaginifico, derivanti dalla lettura del copione dello spettacolo “DI COME PRECIPITA IL DOPPIO DI UN MIGRANTE ovvero L’ANCIUVÉ SUTA PRUCESS” e dal diario della scrittura su strada con cui è nato, che contiene a sua volta pensieri e suggerimenti da parte dei pubblici via via incontrati. Lo scopo è quello di favorire la rielaborazione, la personalizzazione del testo e l’invenzione: anche tramite la sperimentazione di tecniche drammaturgiche particolarmente legate all’attorialità, quali ad esempio il racconto a soggetto per sintesi e ritorno.
“DI COME PRECIPITA IL DOPPIO DI UN MIGRANTE ovvero L’ANCIUVÉ SUTA PRUCESS” evoca la seconda avventura dell’Anciuvé, nella quale il nostro si imbatte in un bracciante maliano che durante un processo condiviso traduce in italiano ogni sua parola in piemontese; la prima avventura era evocata nello spettacolo “L’ANCIUVÉ SUTA SAL”. In quel caso si narrava della sua nascita: di come aveva sognato di essere un acciugaio chiuso nel barile insieme alle sue stesse acciughe e di come quel sogno aveva cambiato la sua vita, “obbligandolo” a parlare in piemontese e a cercare incessantemente persone cui raccontare la propria storia.
Le dinamiche e le origini storiche di un antico mestiere vengono calate nel presente. Lo scopo è anche quello di suscitare, tramite il divertimento e la partecipazione, un pensiero critico e articolato: Anciuvé è una maschera contemporanea, che le/gli stesse/i partecipanti al laboratorio potranno “indossare”, facendogli vivere nuove avventure (tramite l’incontro con fatti e/o personaggi dei giorni nostri) o innervandone le precedenti con suggestioni e conoscenze proprie. Di ogni sua avventura, Anciuvé inizierà il racconto tramite il ricordo del sogno da cui nacque, che include lo svelamento delle origini del mestiere dell’acciugaio.
Nelle sessioni di recitazione i partecipanti ricercano e sperimentano un arricchimento insieme civico, artistico ed espressivo: scoprono strumenti utili ad acquisire consapevolezza del proprio fare, tramite una partecipazione responsabile e creativa al lavoro comune.
Le/i partecipanti sono guidate/i dall’attore in un percorso che svisceri e affronti, attraverso la pratica e lo scambio libero e reciproco di conoscenza, componenti e ambiti del fare teatrale quali: linguaggio del corpo, postura, mimica e gestualità, relazioni spaziali e dinamiche di gruppo, respirazione diaframmatica, uso della voce, dizione, creazione, interpretazione, vocazione, cultura, tecniche di improvvisazione, azione e reazione, ritmo etc. In pratica, si applicheranno modalità didattiche maieutiche, tese a fare leva – per valorizzarli – sugli strumenti personali di ciascun partecipante: conoscenza, corpo, voce, sensibilità, intelligenza. Particolare attenzione sarà prestata a principi quali la trasformazione degli ostacoli in opportunità e la ricerca mirata della provvisorietà e dell’avventura, per generare intelligenti disordini; scopo ultimo, la valorizzazione della funzione intrinsecamente pedagogica del teatro e il manifestarsi del suo carattere autentico, magico e sociale. Fondamentali, in questo senso, saranno le fasi di creazione pubblica.
Il laboratorio avviene, pertanto, sia in luogo chiuso (teatro o qualunque altro spazio) sia all’aperto, andando a toccare piazze, vie o altri luoghi pubblici della città o del paese che lo ospita. I partecipanti agiscono dunque, in parte in uno spazio a loro dedicato e, in parte, direttamente di fronte al pubblico estemporaneo degli spazi cittadini, che vengono così a fruire e ad essere “abitati” da questo laboratorio. Attraverso la valorizzazione dell’avventura e della provvisorietà, si sperimenta un teatro che ha come primo scopo quello di “cercare un pubblico per tentare di accadere, divenendo”. Dunque, si offre pure ai cittadini una spettacolarità inconsueta, quella fatta da persone che accettano il rischio di fallire creando pubblicamente.