Quale restituzione pubblica dell’atelier canoro omonimo condotto da Lisa Tatin, il canto IL BUE DIKE debutta l’ 11 giugno 2023, alle h 18.30, in Piazza Serra, Albugnano, a conclusione della Festa Patronale dedicata a Sant’Antonio da Padova e nell’ambito delle attività derivanti dall’adesione della Comunità Patrimoniale di Albugnano al protocollo per la creazione della Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione di ‘Uomini, buoi e fiori. Processioni devozionali e cerimoniali agrari’, sotto il coordinamento di Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura. L’atelier canoro e la restituzione del canto IL BUE DIKE hanno il Patrocinio del Comune di Albugnano e avvengono nell’ambito dell’edizione 2023 del progetto LASSME NEN STÉ realizzato da Lo stagno di Goethe e sostenuto da Regione Piemonte.
“Il bue Dike” è un inedito canto all’unisono arrangiato da Beppe Turletti e ispirato a una melodia popolare, di cui si ricalca la metrica tramite un testo liberamente ispirato a un racconto di Marco Gobetti; un elemento nuovo teso a vivificare una storica tradizione popolare del “Balcone del Monferrato”: l’annuale corsa dei buoi – esistente dal 1673 – durante la Festa Patronale primaverile dedicata a Sant’Antonio da Padova; al riguardo, da due anni Albugnano ha aderito al protocollo per la creazione della Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione di ‘Uomini, buoi e fiori. Processioni devozionali e cerimoniali agrari’, sotto il coordinamento di Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura.
Proprio sulla scia di questa adesione, ad Albugnano sono nate iniziative tese a vitalizzare la tradizionale festa, studiandone le radici (sorse in seguito a un’epidemia di peste, come ringraziamento e voto propiziatorio, e prevedeva la liberazione da gioghi e catene di tutti gli animali fatta eccezione per i buoi impegnati nel traino del carro) e mettendo a confronto la ritualità sopravvissuta con quella di altri cerimoniali aderenti alla Rete e non solo: una delegazione di Albugnano nel 2022 ha partecipato alla storica Carrese tenutasi nel Comune di Larino, apprezzandone la grande partecipazione e il potenziale aggregativo degli elementi canori e musicali.
Le suggestioni riportate dai rappresentanti albugnanesi presenti a Larino (culturali e istituzionali: la sindaca Aurora Angilletta, Mauro Domenino e Marco Gobetti) fecero da stimolo per alcune iniziative che presero corpo durante la Festa Patronale di Albugnano del 2022; in particolare, la Festa fu oggetto di un primo sopralluogo da parte dell’antropologa Anna Delfina Arcostanzo e fu arricchita da un epilogo teatrale a cura di Marco Gobetti. Si trattò di una narrazione che, passando per gli aspetti rituali di questa festa, trascorsi e contemporanei, li accostava alla storia “piccola” e “grande” che ne ha accompagnato lo sviluppo: dalle grandi guerre, alla Resistenza, alle esultanze per i successi sportivi, sino al rapporto fra l’umanità e gli animali e i buoi e al passaggio dal traino alla meccanizzazione agricola.
Il canto “Il bue Dike” è nato, pertanto, proprio sull’onda di questa volontà di prendere in mano una tradizione e rinnovarla, vivificarla, attraverso un intervento artistico che componesse le tracce della comunità che ha tramandato quella tradizione, insieme alle tracce di quella che vive, invece, oggi, ad Albugnano. Il canto evoca la storia di un bue di nome DIKE (“giustizia” in greco) e intreccia le lingue attualmente parlate ad Albugnano: italiano, rumeno, spagnolo e piemontese.
Una sfida artistica e, al tempo stesso un laboratorio “antropologico” che vive il suo primo debutto vero e proprio durante la Festa di Sant’Antonio a giugno 2023.
Il canto “Il bue Dike” è un esperimento: quello che accade fisiologicamente alle tradizioni (si trasformano lentamente nel corso della storia, per effetto delle trasformazioni culturali e sociali che interessano le comunità a cui appartengono) qui viene esplicitamente indotto da un operatore culturale che interviene “innestando” su una tradizione “antica” un nuovo elemento comunitario e rituale, un canto: un canto plurilingue in cui tutti i membri della comunità albugnanese contemporanea possano riconoscere qualcosa di “proprio”.
Trattandosi di un “esperimento”, sarà interessante verificare, anche nell’immediato futuro, se e quanto questo innesto “terrà” e quali effetti vivificanti e partecipativi potrà eventualmente sortire sulla comunità albugnanese.
Se questo innesto dovesse “tenere”, inoltre, sarà ugualmente interessante studiare sul lungo periodo attraverso quali imprevedibili percorsi esso diventerà “memoria”, affiancando e integrando, ad esempio, le memorie più antiche, sino magari a far perdere ogni dettaglio della sua artificiosa origine.
Sarà a quel punto che l’innesto potrà dirsi definitivamente compiuto ed è solo a quel punto che “Il Bue Dike” potrà dirsi, davvero, “cantato”.