La formula dello spettacolo con doppio cast nacque in periodo pandemico e perseguiva “un teatro” capace di capillarizzarsi in modo strategico, “per far sì che uno stesso spettacolo potesse avvenire ovunque (luoghi aperti e/o chiusi) e più volte al giorno: i doppi cast possono garantire sino a 4 repliche giornaliere, a intervalli e a partire dal mattino (concorrendo così, tra l’altro, alla fidelizzazione di nuove fasce di pubblico) oppure al pomeriggio/sera, senza soluzione di continuità; in questo modo, qualunque spazio teatrale potrà quadruplicare la quantità di pubblico consentita dalle norme vigenti. Oltre alle occasioni di lavoro, si aumenteranno insomma le occasioni di partecipazione per gli spettatori; quel lavoro e quella partecipazione limitati dai pur necessari contingentamenti e/o chiusure e/o paure diffuse, in seguito all’emergenza epidemica”.
La preparazione su strada di tali spettacoli mirava pure ad allenare alla provvisorietà e all’avventura: attrici e attori che siano pronti a praticare intelligenti disordini; che nell’emergenza vissuta non si limitino, insomma, a trasportare altrove “il teatro” preesistente ma che, piuttosto, tentino di plasmare nuovi “teatri”.
Lo scopo ultimo era quello di perseguire un duplice obbiettivo, che alle soluzioni pratiche dettate dall’emergenza unisse il recupero di possibilità “originarie e autentiche” nel rapporto fra attore e pubblico.
Aldilà dell'”emergenza pratica” soluzioni simili, insomma, potrebbero concorrere (se praticate – almeno in percentuale – dalla maggior parte dei soggetti “produttivi”) a contaminare utilmente il sistema teatrale e risolverne una crisi (anche determinata da una mercificazione scriteriata e da cronici ostacoli architettonici) già presente prima della pandemia; implementando così una rinascita culturale più ampia. Le soluzioni “avventurose” sono pure assolutamente funzionali a un recupero sincero della funzione civile e intrinsecamente pedagogica del teatro: di quel suo carattere autentico, magico e sociale che si concreta nella riconquista/incremento delle possibilità di scambio energetico e immaginifico (insondabili, incontrollabili e, a loro modo, rivoluzionarie) che sono connaturate al rapporto fra artista e pubblico.
Dal doppio cast si passò al cast plurimo, con la realizzazione di 17 repliche consecutive di “GENOVA 2001: lezione recitata” in due giorni e il coinvolgimento di 14 attrici/attori presso l’Unione culturale Franco Antonicelli a Torino; mentre, negli stessi giorni, anche in altre città altre attrici e attori recitavano la stessa lezione (Lezione recitata diffusa 19-22 luglio 2021).